Era la primavera del 1924, quando Erba Incino, dove andavano impiantandosi negozi, ritrovi, banche ed altri servizi rivolti non solo al paese ma all’intera plaga, poté vantarsi di proporre alla gente anche un’attività di fotografo e materiali ottici.
Apriva al piano terreno del grande edificio di Corso Umberto I (l’attuale corso Bartesaghi), dove funzionava l’”Albergo Erba”, la sua prima bottega Mario Gabriele Cerutti. Sull’insegna era scritto “Articoli d’ottica”. Ai lati della vetrina con le macchine fotografiche a soffietto e binocoli e cannocchiali, c’erano le bacheche con l’esposizione delle fotografie.
Cerutti divenne subito un “pezzo” d’Erba Incino, una parte del paese, un punto di riferimento dell’intera comunità anche al di fuori del paese. Adesso tutti possono avere in mano una macchina fotografica, anche la più sofistica. Per trovare gli occhiali giusti ci sono infinite strade aperte. Un tempo, fino a poco dopo l’ultima guerra, non era così.
Il fotografo era un po’ come il prete. Accompagnava l’esistenza di tanta gente ed entrava nelle ricorrenze di tutte le famiglie. C’era nei momenti importanti, belli e brutti, che fossero. Erano, però, gli avvenimenti belli, colmi di gaiezza, quelli che dovevano essere piacevolmente ricordati e per i quali era richiesta la presenza del fotografo. Per alcuni decenni gli erbesi non poterono prescindere dal “Sciur Cerutti” : per il battesimo, per il matrimonio, per la cresima e la prima comunione. Qualche volta anche per il funerale: ma questa era la vita.
Il “Sciur Cerutti” arrivava sempre, puntuale, preciso, pronto a soddisfare in pieno la clientela. Morì prematuramente Mario Gabriele Cerutti e la guida del negozio, che nel frattempo si era trasferito, scendendo un po’ verso Incino, verso la Stazione, fu presa dal figlio Giuseppe in società con la sorella Wanda e la mamma Maria.
Peppino (come lo chiamavano i molti amici) e la sorella andarono egregiamente avanti sulla strada intrapresa dal padre.
Oltre che fotografo, Peppino era anche un bravo ottico diplomato e, come il padre, è stato l’uomo di tutte le ricorrenze importanti, di tutti gli eventi belli, della gente, delle famiglie di Erba, per tutti gli avvenimenti pubblici e privati.
Nella bottega situata poco prima della Clerici, salendo verso Erba Alta, il Cerutti aveva lo studio e il locale per la posa. Le bambine e bambini vestiti di bianco, con la fascia candida sulla fronte, erano posti, impettiti e sorridenti, accanto ad una sedia, di colore scuro, con i braccioli a “V”.
Sullo sfondo c’era un gran bosco molto sfumato. Penso che in tutte le case degli erbesi, magari in fondo ai cassetti, o dentro le scatole di latta dei biscotti, ci sia almeno una fotografia scattata nello “Studio Cerutti”.